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ENEA - Il dopo Rubbia è già finito nel caos

Intervista a L'Unità

04/08/2005
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Pubblichiamo di seguito l'articolo di Emanuele Perugini apparso su L'Unità nei giorni scorsi sull'avvicendamento ai vertici dell'ENEA.

Roma, 4 agosto 2005

SOSTITUIRE UN PREMIO NOBEL con una persona che si dice ingegnere anche senza averne un titolo? Nell'Italia di Berlusconi e della Moratti, soprattutto
quando si ha a che fare con cose che riguardano la ricerca, si può.
Dopo aver sfrattato dalla sua funzione di commissario dell'Ente per le nuove tecnologie energia e ambiente (Enea) il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, ecco pronto il nuovo vertice nominato dal governo per sostituire lo scontroso scienziato. Ne fanno parte Luigi Paganetto, economista di Tor Vergata e gradito a Forza Italia, affiancato da due sub-commissari: Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell'Ambiente, gradito alla maggioranza. E Claudio Regis, ex senatore di Biella in forza alla Lega.
Proprio su quest'ultimo personaggio sono tornate a scoppiare le polemiche, perché - nonostante nel decreto di nomina venga ufficialmente presentato come “ingegnere” -, pare che questo titolo non gli sia mai stato ufficialmente riconosciuto. Almeno così riportava ieri in prima pagina il Corriere della Sera. Nell'Italia in cui tutti sono dottori, ingegneri e commenda, la cosa in sé potrebbe anche far sorridere. Il problema è che al presunto ingegnere è stato affidato l'incarico di riformare l'Enea, uno dei più prestigiosi e maltrattati enti di ricerca italiani in cui lavorano oltre tremila ricercatori, tecnici e impiegati.
Quello della presunta laurea in ingegneria è però solo l'ultimo episodio di una querelle che va avanti da più di due anni, di cui ha fatto le spese soprattutto l'ente e chi ci lavora.
Subito l'Usi/Rdb, una delle tante sigle sindacali in cui sono organizzati i lavoratori e i ricercatori dell'Enea, ha chiesto le dimissioni del sub-commissario leghista. «Il Sig. Claudio Regis - si legge in una nota diffusa dal sindacato - è palesemente inadeguato a ricoprire l'importante incarico di vice commissario, tra l'altro in un momento particolarmente delicato per il futuro dell'Enea. Di conseguenza chiediamo con forza le immediate dimissioni del sig. Claudio Regis dal vertice dell'ente». Ma il problema è molto più lontano nel tempo. E non riguarda solo la presunta laurea in ingegneria di uno dei due sub-commissari nominati dal governo. Anche se l'episodio in sé è emblematico. «Dopo il mesto addio del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia - ha spiegato Ferdinando Tavasso, coordinatore nazionale Flc-Cgil Enea - ci aspettiamo delle risposte concrete. Abbiamo chiesto di incontrare il nuovo commissario e discutere con lui delle molteplici questioni che sono sul tavolo. Dalla definizione del ruolo dell'ente fino al rinnovo del contratto scaduto ormai da oltre tre anni e alla questione dei precari. Ma temo che la risposta non arriverà tanto presto».
Durante il governo di centrodestra infatti l'Enea è stato sistematicamente mortificato e ridimensionato. I principali programmi di ricerca - quello sulle scorie nucleari e quello sull'Antartide - sono stati affidati ad altri enti di ricerca o a società sotto il diretto controllo del governo, come la Sogin. I lavoratori dei centri di Saluggia, Casaccia e Trisaia - i siti dove si trovano le scorie nucleari - hanno ricevuto il “comando” di lavorare per la Sogin, ma al momento a pagarli è l'Enea. E in quei centri lavora la stragrande maggioranza dei dipendenti dell'Ente. Quindi l'Enea paga gli stipendi ma non può fare ricerca. Il vecchio Commissario Carlo Rubbia aveva proposto un suo progetto di gestione e ritrattazione delle scorie nucleari. Ma anche a causa di un eterno conflitto con il vecchio consiglio di amministrazione - di cui i due sub-commissari attuali Clini e Regis facevano parte - quel progetto è rimasto lettera morta. Da allora niente più, salvo i sempre più violenti litigi tra Rubbia e il CdA. «Purtroppo il caso Rubbia - ha spiegato Tavasso - è servito anche a nascondere l'inefficienza e l'incapacità di un'intera classe politica a definire un ruolo e un progetto serio di sviluppo per questo ente di ricerca. Certo Rubbia con il suo atteggiamento ha favorito questo clima di eterno conflitto, ma la realtà è che il governo e i suoi uomini nel consiglio di amministrazione letteralmente non sanno in quale direzione andare».
Intanto però il presunto ingegnere è lì. E forse è lì solo per assicurarsi che il deposito delle scorie nucleari non sia realizzato a Saluggia, cioè a due passi dal suo collegio elettorale.

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